lunedì 1 dicembre 2008

IL CONFLITTO TRA INDIVIDUO E ORGANIZZAZIONE

Quando si è inseriti in un'organizzazione strutturata, si fa fatica a mantenere la propria individualità senza restare assorbiti e coinvolti dall'organizzazione stessa.
Come sostiene Chris Argyris: il conflitto tra individuo ed organizzazione è caratterizzato dal passaggio dallo stato di infanzia a quello di maturità attraverso alcune fondamentali trasformazioni:
  1. da uno stato di passivitità ad uno di attività
  2. da uno stato di dipendenza da altri a uno di relativa indipendenza;
  3. da pochi e rituali modi di comportamento a una pluralità di modi;
  4. da interessi vaghi, casuali, superficiali a interessi più profondi;
  5. da prospettive di breve termine spesso legate al presente a prospettive temporali più lunghe;
  6. da uno stato di posizione subordinata nella famiglia e nella società a una posizione di uguaglianza se non di superiorità;da una mancanza di consapevolezza di e a una crescita di autocoscienza e di controllo su se stesso.

Per gli uomini la condizione adulta significa acquisizione di una serie di capacità positive quali attività, indipendenza, capacità di ricerca e di adattamento, interessi continuativi e profondi, capacità di programmare il proprio futuro, di assumere responsabilità e di conscere la potenzialità del proprio Ego.

Però non è scontato che lo stato adulto venga sempre pienamente realizzato !! Un certo tipo poi di "stato adulto" che richiede lo sviluppo non solo di una condizione solitaria ed egositca, ma d una condizione sociali di reciproca interazione, senza inibire la crescita di altri soggetti orientati verso una personale maturità.

E questa dimensione interattiva della crescita di personalità richiede quindi che anche le organizzazioni dove gli uomini cooperano per raggiungere fini collettivi siano strutturate in modo da favorire quelle esigenze.

Tratto da "Storia del Pensiero organizzativo" di Giuseppe Bonazzi, Franco Angeli, 1989

www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_Libro.asp?ID=5517&Tipo=Libro&titolo=Storia+del+pensiero+organizzativo



1 commento:

stefy87 ha detto...

Secondo la corrente del costruttivismo, in ambito psicologico, noi siamo "Quello che pensiamo di essere". Credo che all'interno di realtà strutturate come quelle aziendali, si diventi inevitabilmente parte dell'organizzazione se ci si identifica pienamente con esse, se ne si condividono gli scopi e gli orientamenti...ma si deve ssere consapevoli della propria identità personale prima di potersi sentire identificati anche in azienda.
Molto mi hanno colpito le riflessioni fatte nel corso di sociologia dei sistemi organizzativi riguardo al pesiero di White: L'uomo organizzazione si identifica a tal punto con essa da non desiderare altro che riprodurla a nche nei mimenti di tempo libero, non può comportarsi altrove in modo diverso da come si comporta al suo interno.
Senza arrivare a casi estremi di "malattia", sembra sia inevitabile identificarsi con il luogo di lavoro.